Saremo brevissimi stavolta, glielo promettiamo. A inizio mandato ha parlato di una federazione da gestire come se fosse un'azienda, giusto ? In ogni azienda che si rispetti, persino nei pubs più piccoli del Regno Unito, quelli sperduti nella campagna del Cheshire, arriva il momento in cui ci si siede attorno a un tavolo e si traccia un bilancio, noi non possiamo e manco vogliamo presenziare ai vostri team meetings, ci basta seguire le vicende del ciclismo di casa vostra (scriviamo dall'estero) per vedere un settore femminile che al netto delle vittorie che raccoglie in giro per il mondo è agonizzante, tra squadre che fan fatica a tirar la sera con la mattina, poche corse, gare a loro modo storiche nel panorama nazionale che hanno visto la partecipazione delle migliori al mondo cancellate, mentre a Vargarda (in Svezia !!!) si corre come da tradizione a fine Agosto. Ce la fanno in Svezia a mantenere viva una gara, la Svezia che ha prodotto solo la Johannson e la Liungskog come atlete di vertice negli ultimi 20 anni, in Italia, con "tradizione e cultura vincente" cit. sempre quel portoghese tornato recentemente di moda negli stadi della serie A italiana, abbiamo visto sparire tante di quelle gare che basterebbero per farci un "calendario"; si lo sappiamo, è la solita litania già scritta e riscritta su queste colonne ma tant'è.
Che ha fatto la federazione ? Poco, pochissimo, ed è fattuale la cosa. Quanti sponsor di livello ha portato al di la' dei soliti noti ? Cosa ha fatto per fare avere un minimo di copertura mediatica alle gare che non fossero il Trofeo Binda ? Più le nostre atlete portavano a casa medaglie e più il settore femminile scivolava in basso (e la discesa continua inesorabile). Ha dell'incredibile, solo in Italia.
Pertanto, e concludiamo, visto e considerato lo scarso supporto che la federazione ha sinora dato al movimento (ed è FATTUALE, lo ripetiamo), le chiediamo la cortesia di non farsi fotografare con le nostre atlete ai mondiali se dovessero vincere la maglia iridata o dovessero andare a podio, il merito sarebbe solo loro e di chi le segue giorno per giorno facendo i salti mortali. È troppo facile ricordarsi delle nostre atlete solo quando vincono lasciando la "base" ad arrangiarsi come meglio può.
Buon lavoro.
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