domenica 18 settembre 2022

Presidente Dagnoni, siamo ancora noi.

Saremo brevissimi stavolta, glielo promettiamo. A inizio mandato ha parlato di una federazione da gestire come se fosse un'azienda, giusto ? In ogni azienda che si rispetti, persino nei pubs più piccoli del Regno Unito, quelli sperduti nella campagna del Cheshire, arriva il momento in cui ci si siede attorno a un tavolo e si traccia un bilancio, noi non possiamo e manco vogliamo presenziare ai vostri team meetings, ci basta seguire le vicende del ciclismo di casa vostra (scriviamo dall'estero) per vedere un settore femminile che al netto delle vittorie che raccoglie in giro per il mondo è agonizzante, tra squadre che fan fatica a tirar la sera con la mattina, poche corse, gare a loro modo storiche nel panorama nazionale che hanno visto la partecipazione delle migliori al mondo cancellate, mentre a Vargarda (in Svezia !!!) si corre come da tradizione a fine Agosto. Ce la fanno in Svezia a mantenere viva una gara, la Svezia che ha prodotto solo la Johannson e la Liungskog come atlete di vertice negli ultimi 20 anni, in Italia, con "tradizione e cultura vincente" cit. sempre quel portoghese tornato recentemente di moda negli stadi della serie A italiana, abbiamo visto sparire tante di quelle gare che basterebbero per farci un "calendario"; si lo sappiamo, è la solita litania già scritta e riscritta su queste colonne ma tant'è. 

Che ha fatto la federazione ? Poco, pochissimo, ed è fattuale la cosa. Quanti sponsor di livello ha portato al di la' dei soliti noti ? Cosa ha fatto per fare avere un minimo di copertura mediatica alle gare che non fossero il Trofeo Binda ? Più le nostre atlete portavano a casa medaglie e più il settore femminile scivolava in basso (e la discesa continua inesorabile). Ha dell'incredibile, solo in Italia.

Pertanto, e concludiamo, visto e considerato lo scarso supporto che la federazione ha sinora dato al movimento (ed è FATTUALE, lo ripetiamo), le chiediamo la cortesia di non farsi fotografare con le nostre atlete ai mondiali se dovessero vincere la maglia iridata o dovessero andare a podio, il merito sarebbe solo loro e di chi le segue giorno per giorno facendo i salti mortali. È troppo facile ricordarsi delle nostre atlete solo quando vincono lasciando la "base" ad arrangiarsi come meglio può.

Buon lavoro.

lunedì 5 settembre 2022

Le donne salvano sempre.


13 anni e "zeru tituli" tra i professionisti (maschi) come direbbe un portoghese tornato recentemente di moda in Italia, nello stesso lasso di tempo le donne (elitè) hanno portato a casa 4 maglie iridate su strada, una media di una ogni 4 anni o giù di li'. Dice "eh ma i mondiali a cronometro, gli europei, Ganna...", finaline di consolazione come quelle del mondiale di calcio per il terzo e quarto posto. Poca roba.

Le donne hanno salvato il movimento in più di un'occasione e la domanda (come la risposta) è rimasta sempre la stessa: "Niente ?" Niente.

Bello farsi fotografare con le nostre azzurre medagliate che in assenza di strutture (tolto Montichiari e qualche altro vetusto impianto outdoor) compiono letteralmente dei miracoli, doveroso da parte di chi scrive ricordare che il merito va solo a loro e ai tecnici che le seguono, non ce ne voglia presidente ma tant'è. 

Lei non è il primo a farsi immortalare in compagnia delle nostre atlete e non sarà nemmeno l'ultimo,  abbiamo già avuto in passato un presidente onnipresente quando c'era da posare per i fotografi ma anche lui ahinoi, oltre a quello, poco, molto poco per il settore femminile e questi sono "fatti", incontrovertibili. Poi se vogliamo raccontarci la favoletta del movimento in crescita possiamo farlo, ad oggi, con i mezzi che internet ci fornisce, in Italia non riuscite nemmeno a trasmettere  una gara open su Youtube, altrove (UK), per una "domestic race" con squadre "development", qualche squadra UCI e qualche atleta "World Tour" ci sono le dirette su Youtube, per il Tour Series le gare vanno in diretta non solo su Youtube ma anche su ITV (come dire Canale 5). E stiamo parlando di un circuito di gare con classifica finale, delle kermesses sul modello di quelle che erano in voga già negli anni 70 in Belgio, gare dallo scarso contenuto tecnico alla fine, nulla di che, eppure il pubblico c'è (due milioni di audience nel 2022 tra tv e presenze a bordo strada possono sembrare pochi, in Italia nemmeno in dieci anni). E al microfono... Al microfono non ci sono due messi li' perchè non avevano niente da fare. Vada a vedere chi commenta le gare nel Regno Unito...

Certo, è innegabile, farsi fotografare con campionesse europee, mondiali ecc (anche junior) porta visibilità (ci dimostri il contrario...), sarebbe bello se "dietro" ci fossero anche delle indagini di mercato, dei sondaggi, una metodologia, un progetto serio che finisca sul suo tavolo e che non venga cestinato prima di arrivarci. Perchè anni fa c'è stato chi su un forum dedicato solo ed esclusivamente al ciclismo femminile, aveva scritto che i progetti che arrivavano in Federazione non venivano presi nemmeno in considerazione, che diceva (e aveva stra-ragione) che "del ciclismo femminile in Italia non gliene frega niente a nessuno" testuali parole. E il sottoscritto ci si era pure scontrato, a torto.

E allora siamo a domandarle: ma oltre le foto c'è qualcosa in più o no ? Ce l'avete un progetto per lanciare (più che rilanciare) una volta per tutte il movimento, oppure non vi interessa granchè perchè tanto le medaglie arrivano lo stesso e pazienza se il settore femminile in Italia non gode di buona salute per usare un eufemismo ?

Ci piacerebbe saperlo perchè di ciclismo femminile ne scriviamo con passione, perchè ci crediamo ancora nonostante tutto.


PS tanto per essere chiari fino in fondo: non è un attacco "politico", delle vicende di questi ultimi giorni non ce ne importa nulla, è solo che a distanza di 18 mesi dal suo insediamento non abbiamo visto non solo un progetto, ma nemmeno una dichiarazione, un "per il settore femminile faremo questo e quest'altro", a meno che noi non ci si sia perso qualcosa beninteso...

Buon lavoro


Alessandro Oriani