domenica 26 dicembre 2021

Esiste il colore rosa speranza ?

 



Nel pezzo precedente si è puntualmente toccato per qualche riga quello ch’è un risultato che al ciclismo rosa di casa nostra manca da tanto; la vittoria al Giro. Questo decennio si è aperto con una ‘covata’ azzurra di atlete di alto livello che – si spera – potranno segnare in maniera importante i prossimi anni per strada e pista. Paternoster e Balsamo non sono però delle sorprese per chi segue le sorti dell’altra metà del sellino, ed insieme a loro non mancano altre nostre atlete di livello importante, anche se ancora non hanno raggiunto il risultato eclatante. Ora però vediamo di non uscire troppo del seminato. 

Luglio 2008; dopo 809 chilometri di corsa Fabiana Luparini vince in 21 ore e 18 minuti di corsa il suo 5o ed ultimo Giro d’Italia. Difendeva i colori della (scriviamolo bene) Menikini Selle Italia Masters Color. Dietro lei Amber Neben, Claudia Hausler, Tatiana Guderzo e a seguire altri nomi importanti; Brandli, Pucinskaite, o una giovanissima Bastianelli che chiuse al nono posto. Di lì il (quasi) vuoto ed una corsa rosa che vista negli ultimi tre lustri, dal 2007 ad oggi, mette nell’albo 9 vittorie olandesi e da otto l’appuntamento fisso con una ‘orange’ che arriva sul podio. Praticamente un Giro d’Olanda che da un decennio viene corso in Italia. Ora, datosi che Marianne Vos è sempre molto forte ma da qualche anno non è più la macchina da guerra di un tempo, che Anna Van Der Breggen ha dimostrato buon cuore per le colleghe ritirandosi, che Annemiek Van Vleuten resterà ancora il riferimento ma che a Dio piacendo qualche colpo qua e la (classe ‘82) dovrebbe perderlo anche lei ogni tanto, pare che s’intraveda una possibilità di rinnovamento per l’albo d’oro della corsa di casa nostra. Restiamo allora in questo ambito, senza toccare altri tipi di corse. 

Dopo quel benedetto e ormai ben lontano 2008 targato Luperini, l’Italia registra due secondi posti: Tatiana Guderzo (2013) ed Elisa Longo Borghini (2017). Le due segnano un gradino più basso del podio nel 2010 (Guderzo) e nel 2020 (Longo Borghini). Sono state queste le atlete migliori che abbiamo avuto al Giro d’Italia negli ultimi tre lustri. Da notare che si tratta di cicliste che hanno costruito i loro palmares agonistici principalmente nelle corse di un giorno, tra classiche e medaglie olimpiche o iridate. Per questo motivo la speranza è che il 2022 ci faccia anche solo intravedere la genesi ciclistica di un nome di casa nostra, che finalmente mostri quei segnali che ci parlino di caratteristiche tecniche da prove a tappe. 

Il calendario femminile sta cambiando non poco in queste stagioni, ma non parliamo solo di quantità di corse in agenda. Fino a ieri il Giro era la gara a tappe di riferimento. Il Tour non era ancora tornato e la giovane Vuelta viveva di pochi giorni di gara. Adesso i francesi sono tornati senza timore alcuno mettendo sul piatto delle fatiche una settimana piena, mentre in Spagna pare imminente l’aggiunta di una frazione aggiuntiva e l’impressione è che vi sia la voglia di aggiungerne ancora un’altra tra un paio di stagioni. Per questo, mai come ora, vi sarebbe il forte bisogno di trovare tra le girine di casa nostra un nome che possa diventare non diciamo la Luperini del prossimo decennio, ma un’atleta che possa entrare in un ristretto gruppo di contenders dove la gloria di un giorno può non bastare.


giovedì 9 dicembre 2021

La stagione 2022 in tre punti.


 Doveva essere un post per tracciare un bilancio sulla stagione 2021, ma come spesso accade a chi scrive c'è stato un cambio in corsa. La stagione 2022 è alle porte, tra non molto inizieranno i ritiri (per quelle squadre che potranno permetterseli), le presentazioni ai media del settore femminile che spesso sono più protagonisti delle... protagoniste. Il "circus" sta per ripartire, proviamo ad analizzare in tre punti ciò che potrebbe essere il 2022 visto dall' "altra metà del sellino" cit.


SETTORE STRADA



Settore "strada" in salute, tante giovani in rampa di lancio, altre già affermate che nelle corse in linea possono dire la loro su qualsiasi terreno, da verificare nelle corse a tappe (Giro d'Italia su tutte) dove purtroppo continua a mancare la vittoria finale ma il futuro è dalla nostra dal momento che la Van Vleuten ha 39 anni, l'est Europa non è più la fucina di campionesse degli anni '90 che con Ziliute, Pucinskaite, Zabirova, Boubnenkova ecc dominava il mondo e il blocco delle olandesi è in la' con gli anni. Certo, ci sono atlete di livello assoluto come la Niewiadoma e la Brand, ma la carriera delle nostre è in ascesa, l'età è dalla loro e magari non subito nel 2022 (ci accontenteremmo di un altro piazzamento in top 10 dopo il sesto posto della Cavalli nel 2021), ma nel giro di pochi anni una grande corsa a tappe è sicuramente alla loro portata.


SETTORE PISTA





Non manca quasi niente, dietro la nostra superstar (Paternoster) e la Balsamo, come per il settore "strada" abbiamo tante atlete che non sono ancora nel loro "prime", che hanno ancora dei margini di miglioramento, che fanno "gruppo" (fattore da non sottovalutare per alcune discipline) essendo tutte più o meno coeteanee. La nota dolente da anni è rappresentata dal settore "velocità" che ancora non riesce ad esprimere una atleta in grado di competere con le migliori, l'ultima è stata  la Frisoni, uno dei più grossi rimpianti o "what if" del ciclsmo femminile per ciò che avrebbe potuto essere la sua carriera da elitè, al netto (giova ricordare) di 5 ori da junior, tre argenti e due bronzi tra mondiali ed europei da under 23, tanta roba. Ci aspettiamo anche un salto di qualità nell'americana, la concorrenza è spietata ma le nostre Paternoster - Balsamo piuttosto che Barbieri possono senz'altro dire la loro per una medaglia.ai mondiali o agli europei.


FEDERAZIONE


Resta inconcepibile il ridimensionamento di Salvoldi dopo tutti i successi conseguiti, la scelta di Paolo Sangalli che potrà contare su una base super collaudata, sembra più che altro "politica", da parte nostra speriamo che il presidente Dagnoni, qualora  Sangalli dovesse fare bene (e per il bene del movimento glielo auguriamo), non si prenda i meriti, che il nostro sport insomma non sia al servizio della politica ma piuttosto il contrario.

Per quanto riguarda il calendario delle gare 2022, si prosegue sulla stessa linea tracciata nel 2020 e 2021 con diverse gare elitè che vedono la presenza delle "under" per rinfoltire il plotone e permettere anche alle atlete che non fanno parte delle squadre più ricche di fare attività, abbiamo già parlato in altri posts della necessità di creare un calendario ad hoc con percorsi per le "under", DA "UNDER" per permettergli di crescere senza subire l'impatto con la categoria superiore: se gli under 23 uomini hanno il loro calendario "dedicato", perchè non le donne ? La FCI tace e tante giovani atlete smettono prima del tempo perchè non gli viene dato tempo di "assorbire" il salto tra le elitè.

Capitolo donne junior: pochissime gare in calendario, una volta di più, il confronto con ciò che era fino a quando chi scrive seguiva le gare (2009) è impietoso, in quel periodo c'era praticamente una gara a settimana o quasi nel nord Italia, siamo scesi a una decina di gare (esclusi i campionati italiani), il modo migliore per mettere i bastoni fra le ruote a un movimento che compie letteralmente i miracoli e che molto probabilmente tra qualche anno, proseguendo su questa strada, non avrà un ricambio generazionale all'altezza della situazione. Dagnoni, se ci sei, batti un colpo.

Tanto vi era dovuto, auguri per una stagione 2022 ricca di successi alle nostre ragazze e un arriverderci al prossimo post.