lunedì 21 settembre 2020

Girorosa 2020, le pagelle del Predicatore.





Annemieke van Vleuten, voto 10 e lode

Un azione di forza nella prima tappa su quella che era a tutti gli effetti una mulattiera apparentemente non "battuta" e non preparata, piena di solchi, lascia le altre letteralmente "nella polvere", vittima della sfortuna manca l'appuntamento con la vittoria finale a causa di una caduta. Superiore.

Anna van der Breggen, voto 10

Altre, dopo la "rasoiata" della van Vleuten avrebbero "mollato" , lei resta sul pezzo, limita i danni e tiene botta dimostrando che la "testa" nel ciclismo è (quasi) tutto. Tenace.

Elisa Longo Borghini, voto 8

Una vittoria nell'ottava tappa e terzo posto finale in classifica generale, al top del nostro movimento. Una garanzia.

Katarzyna Niewadoma, voto 7

Si ritrova sulle spalle la maglia rosa dopo la caduta della Van Vleuten, arriva al traguardo di San Marco la Catola con un ritardo di 1'20" e la perde immediatamente, termina seconda in classifica generale. 
Il voto resta comunque alto perchè è sempre nel vivo della corsa. Combattiva.

Marianne Vos 7

Non è più un "fattore", non è più dominante ai fini della classifica generale ma tre successi di tappa non arrivano mai per caso, se recupera dai postumi della caduta di Maddaloni, a Imola sono dolori per tutte. Classe cristallina.

Le altre italiane, voto 5,5

Qualche piazzamento ma mai in grado di lasciare il segno almeno per una vittoria di tappa, manca ancora qualcosina alle nostre giovani ma il tempo è dalla loro parte, se cresceranno ulterioriormente, se non perderanno le motivazioni, potranno levarsi delle belle soddisfazioni, resta comunque il gap con le top riders straniere e bisogna dirlo. Una menzione particolare va a Soraya Paladin, 27enne trevigiana, vista spesso in testa al gruppo a lavorare per la Vos. Voto 7 per lei, seria e professionale.

Organizzazione, voto 5,5

Forse non si poteva fare di più a causa del Covid-19 e tutto sommato è stato un miracolo che la corsa si sia disputata, va  detto che sul sito ufficiale è stato impossibile trovare i percorsi e le altimetrie fino a pochi giorni prima del via, poca promozione che ha portato poco pubblico a bordo strada. C'è molto lavoro da fare.

Rai, voto 1

A distanza di 20 anni, la RAI continua a mettere in onda le sintesi delle tappe a orari quasi sempre diversi, se il ciclismo femminile è una scocciatura ce lo dicano e provino a passare il testimone ad altre emittenti (Mediaset ?).



 





martedì 1 settembre 2020

E se fosse Racconigi la nostra vera cartina di tornasole?

 



Oramai siamo vicini al Giro femminile 2020 (11/19 settembre) ed è in corso il Tour maschile. Sta poi arrivando la Tirreno-Adriatico (7/14 settembre). Un periodo, quello che guarda alla metà di settembre, certamente non ideale se organizzi un evento ciclistico. Ma quest’anno va così un po’ per tutti. Un po’ per questo, un po’ per le direttive sanitarie legate al Covid-19, va rinforzato un plauso agli organizzatori della Due Giorni in Rosa nelle Terre della Granda, il Racconigi Cycling Team. La società cuneese si presenterà nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 settembre con un evento “open”. Potete trovare informazioni presso questo link: http://www.racconigicyclingteam.com. Ma queste righe non si presentano a voi per mere questioni propagandistiche verso l’evento.

Dato che il Giro Rosa avrà, comprensibilmente, la massima attenzione del movimento ciclistico femminile, in termini di formazioni e “roster” di atlete, sarà forse l’evento di Racconigi a rappresentare la vera cartina di tornasole sulla salute del ciclismo femminile di casa nostra. Se giustamente si dice che il meglio del ciclismo internazionale rosa sarà presente al Giro, le realtà sportive che animeranno la Due Giorni ciclistica di Racconigi saranno con buona probabilità le rappresentanti di quel ciclismo italiano femminile che cerca comunque di andare avanti ogni anno senza l’attenzione, senza il portafoglio, senza quelle possibilità che hanno altre formazioni di casa nostra. Nel mentre che queste righe vedono al luce non abbiamo ancora trovato notizie sulle società partecipanti all’evento piemontese.

Azzardiamo però il concetto che se il Giro Rosa “fagociterà” i nomi ed i team più importanti, forse chi sarà presente alla Due Giorni in Rosa nelle Terre della Granda potrebbe trovarsi davanti a quella parte di iceberg sommerso che vede poco sole ma che rappresenta la gran parte del ciclismo rosa che vive nel nostro Stivale. Dove magari le società guidano ammiraglie che hanno sul groppone montagne di chilometri, perché lo sponsor principale si chiama “Speranza, Fede e qualche dannato spicciolo messo da parte” e non riportano nomi di costruttori di biciclette. Dove a bordo strada non vedi lo striscione dell’istituto bancario, ma quello del “Mobilificio da Mario”. Ecco, quel qualcuno che potrà essere presente, avrà l’interesse a osservare da questo punto di vista il ciclismo del mobilificio di Mario?


A cura di Manuel