venerdì 29 luglio 2022

"Concussion" nel ciclismo: è ora di introdurre un protocollo fatto di regole certe e inderogabili ?

 


Di Alessandro Oriani


Prima di iniziare: visto e considerato che i feedbacks provenienti dalla pagina facebook sono nulli e le tematiche trattate qui sopra da chi scrive non interessano a nessuno o quasi, è molto probabile che questo possa essere uno degli ultimi articoli un po' fuori dallo schema in voga sulla stragrande maggioranza dei siti internet istituzionali dove ci si limita a copiare (e incollare) di sana pianta i comunicati stampa delle squadre e di chi scrive gli articoli nei dopocorsa. Piace così ? No problem, "non capisco ma mi adeguo" cit. 

Passiamo oltre, coloro i quali stanno seguendo il Tour de France femminile avranno senz'altro visto la caduta di Marta Cavalli urtata da una collega che meriterebbe una squalifica e una multa per comportamento pericoloso.

Tutti hanno visto che Marta è risalita in sella e (stando alle parole dei giornalisti) solo dopo qualche minuto è stata fermata, anche se le immagini (https://www.youtube.com/watch?v=EtPoglXrMBk) la mostrano tagliare il traguardo sofferente (quindi, la tappa l'ha finita oppure no ?).  Bene ma non benissimo perchè nel ciclismo (parole del dr Tredici) non è prevista (IN CORSA) la presenza di personale medico addestrato a riconoscere e diagnosticare un trauma cranico in seguito a una caduta dove l'atleta picchia la testa.


                                               Allora guarda l'NBA no ?



Mi pare di sentirlo il coretto dei soliti fenomeni da tastiera, quelli che si incazzano, che qualsiasi cosa scrivi non va mai bene, che criticano ma proposte non ne lanciano. Per loro è un reato prendere esempio dalla migliore organizzazione al mondo e non solo in campo sportivo, tipico dell'utente di internet italiano "medio".

Ad ogni modo, sappiamo che nel ciclismo, dopo un colpo alla testa in seguito a una caduta, se il corridore dice che è tutto ok, per non farlo finire fuori tempo massimo, perchè il corridore non vuole assolutamente farsi toccare, non è previsto lo stop IMMEDIATO. 

Ora analizziamo invece le fasi del protocollo NBA, brevemente (qui il documento ufficiale https://official.nba.com/nba-institutes-concussion-policy/) e partendo dal presupposto che se un giocatore riceve un colpo alla testa, non viene lasciato in campo fino al termine della partita, il protocollo infatti prevede una prima valutazione ovverosia, nel momento in cui un giocatore è vittima di un colpo alla testa (anche senza una diagnosi oggettiva di trauma cranico) viene portato fuori dal campo e IMMEDIATAMENTE sottoposto ai controlli del caso. Se il personale medico ritiene che il giocatore non abbia subito un trauma cranico o peggio, una commozione cerebrale, viene comunque tenuto in osservazione e non può giocare una partita nelle 24 ore successive alla diagnosi. Se invece si è in presenza di "concussion", il giocatore non scende in campo nella prossima partita al cento per cento e viene tenuto fuori dalle rotazioni senza "se" e senza "ma" a tempo indeterminato e sempre sotto controllo medico.

Dopo una diagnosi di trauma cranico o di commozione cerebrale (non è il caso della Cavalli per fortuna), il giocatore non può riprendere a giocare se il personale medico non lo ritiene "recuperato" al cento per cento

Il giocatore a cui è stata diagnosticata una "concussion" deve seguire le indicazioni dello staff medico che prevedono un uso molto limitato di dispositivi elettronici e/o videogiochi, evitare tassativamente incontri con i fans, con i media e i luoghi molto affollati fino a nuovo ordine. I medici inoltre si mettono in contatto col dr Jeffrey Kutcher (direttore dell' "NBA concussion program" dal 2019) e lo mettono al corrente della situazione, dopodichè viene stabilita una tempistica per l'uscita dell'atleta dal "concussion protocol" in base all'esito degli esami strumentali e del singolo caso. 

Altre fasi concernenti il rientro sono l'attività fisica evitando la pallacanestro, attività di "non contact sport" coi compagni di squadra, corsa a piedi e esercizi di agilità. Se i sintomi non spariscono l'attività fisica viene limitata fino a completa guarigione; per finire, l'unico a poter dare l'ok per il rientro in campo è il dr Kutcher.

Questo è l'iter che viene seguito in NBA.


                                        Al Tour abbiamo visto QUESTO



Non ho altro da aggiungere, ognuno faccia le sue valutazioni, grazie per l'attenzione.


PS

 Qui https://archive.uci.org/docs/default-source/medical/2020-uci-cycling-specific-sport-related-concussion-protocol.pdf il protocollo UCI che come si può ben vedere fa una serie di "distinguo" inaccettabili per la sicurezza delle atlete. Il protocollo di fatto c'è, ma così è come se non esistesse perchè spesso ci si affida alla buona sorte.

mercoledì 20 luglio 2022

Basta così

 



Non giriamoci attorno, in Italia del ciclismo femminile non gliene importa niente a nessuno o quasi, inutile star qui a dire "no ma la promozione", "gli eventi collaterali", "i media dovrebbero dire, fare, scrivere ecc ecc" e l'abbiamo visto poche settimane fa al Giro d'Italia o Girodonne, o "GirodonnA" come lo aveva chiamato il tizio che aveva fatto la presentazione delle squadre a Cagliari...

La "bolla" ha tenuto, no, non la bolla anti Coviddì ma la "bolla" nella quale il ciclismo femminile italiano ha vissuto anche durante l'edizione 2022 del Girodonne, molti team managers italiani del passato sarebbero stati felicissimi di partecipare ad una corsa durante la quale s'è visto meno pubblico di quello che si è visto nella contea dello Yorkshire per un criterium del National Series, idem molti "addetti ai lavori" che hanno lavorato con calma senza l'impiccio di quei rompiscatole dei fans !!! "Visibilità ? Oh al diavolo la visibilità, il trattamento dei media pari a quello dei pro maschi, noi dobbiamo farci le foto con le ragazze, e che caspita !!!" cit.

L'unica cosa positiva è stata la copertura sul web di PMG sport e di questo bisogna dargliene atto, la RAI... Abitando all'estero non so, però le reactions che ho letto su Facebook non sono state positive, nel pieno rispetto della tradizione.

Imbarazzo, grande imbarazzo nel guardare le tappe, nel vedere e SENTIRE pedalare le ragazze nel disinteresse di coloro i quali "per vedere passare il Giro maschile prendono il giorno di ferie" e si lo so , l'ho scritto un sacco di volte, imbarazzo nel vedere che il penultimo giorno, sulle strade della tappa che avrebbe potuto (anche) cambiare le sorti della corsa, non c'era nessuno (sulla salita più dura credo di aver visto uno spettatore che probabilmente passava di li' per caso e al quale avevano detto di fermarsi a bordo strada). Imbarazzo e dispiacere nei confronti delle atlete ma questo è stato.

Posto che per quanto mi riguarda sulla corsa in se' non ci sia più molto da dire, credo (opinione strettamente personale) che si possa fare di tutto pur di cercare di attrarre il pubblico sulle strade del Girodonne o delle corse che si svolgono in Italia ma non servirebbe a nulla, sarebbe inutile fare promozione anche comprando spazi sulla rosea sei mesi prima della gara, tutto inutile, alla gente non interesserebbe comunque, facciamocene una ragione e viviamo felici e contenti. 

Un ultima cosa che col Girodonne non ha molto a che fare "e concludo" cit. : il "World Tour" è una bolla ? Potrebbe scoppiare ? Molto probabile, perchè i grossi sponsors che già finanziano le squadre maschili e hanno sotto la loro ala anche quelli femminili vogliono i "risultati", delle fotine con le unghiette dipinte di azzurro non gliene può fregar di meno, "loro" (non "Loro", "loro" scritto in minuscolo) fanno dei freddi "conti economici", nel momento in cui vedono che non vanno neppure "a pari", chiudono i rubinetti e tanti saluti, basta vedere altri sports con un seguito ben maggiore tipo la F1 (vedi Toyota e BMW per esempio), vedi Suzuki in motogp più recentemente... "loro" fanno così, piaccia o no.

Quindi ? Quindi è probabile che si ritorni a strutture più piccole e rapportate all'interesse di un pubblico che almeno in Italia è nullo, gireranno meno soldi di quei pochi che girano attualmente, diversi teams chiuderanno, le Junior e le Under migliori passeranno elitè all'estero, il Giro magari perderà di nuovo la denominazione "World Tour" (deludente la presentazione delle squadre a Cagliari, fossi stato uno sponsor, non sarei stato felicissimo) e di corse ce ne saranno ancora meno IN ITALIA. I "califfi" del ciclismo rosa italiano (addetti ai lavori a vario titolo) hanno sempre visto i tifosi come qualcosa da combattere e debellare sopratutto nel momento in cui parlavano di doping piuttosto che di stipend... ehm, volevo dire di rimborsi spese non corrisposti o di membri dei teams che non erano esattamente ehm... professionali nei confronti delle atlete delle est, sopratutto quelle passate da poco tra le elitè, o di qualsiasi altra criticità. Saranno contenti ora, "Loro"...

Solo nubi all'orizzonte insomma e lo scrivo "PRIMA" perchè "DOPO" è facile, "DOPO" sono capaci tutti, poi oh ragazzi, se il movimento cresce fino ad avere un audience di milioni di persone invece di affondare miseramente, io sono il primo ad esserne felice e a darmi del "barlafus". No problem.


Alessandro Oriani

domenica 10 luglio 2022

Le pagelle del Giro d'Italia 2022

 


10 – Annemiek Van Vleuten; non stava scritto da nessuna parte che doveva vincere, però lo pensavano tutti. Quando era attesa all’attacco ha attaccato, quando poteva vincere ha vinto. Terzo Giro portato a casa, che solo per una caduta nel 2020 a gara in mano (frattura del polso) non è il quarto.


10 – Marta Cavalli; la migliore delle nostre l’anno scorso, la migliore delle nostre quest’anno. Quando aveva energie ci ha provato e non ha sfigurato. Ma se trovi un’olandese che sa cosa sia tirar fuori le p***e per tener duro, mica gli si può chiedere di più. Forse abbiamo la nostra donna per le gare a tappe. Ha 24 anni. È già una vittoria.


8 – Elisa Balsamo; le sue tappe le ha vinte, solo una Vos sfavillante gliene ha portata via un’altra, la sua figura l’ha fatta. Ha mancata l’ultima, ma vediamo di non essere sempre pretenziosi. L’impressione è che abbia bisogno di vacanza.


7 – Valcar; paragonando budget e risultati, la miglior squadra italiana del biennio. Cosa avrebbero fatto senza più Elisa Balsamo tra le fila? Due podi al Giro con la ciliegina dell’ultima frazione vinta in quel di Padova. Alè.

Top Girls; quando potevano attaccavano un giorno con una, un giorno con un’altra. Era l’unico modo per farsi vedere, quando la frazione lo permetteva ci han sempre provato.

Margarita Victoria Garcia Canellas; pare ci metta dieci minuti per autografare un cappellino. Intanto un terzo posto che è nelle sue corde. Quest’anno ha vinto il titolo spagnolo a cronometro (il quarto, record) e il titolo spagnolo in linea (il quarto, record). Se le rompono le p***e ha di che mandare a quel paese senza ritorno.


5 – Marianne Vos; tre punti in meno per il ritiro anticipato (effetto Tour?). Per il resto ha ancora una gamba di alto livello e quando ha vinto si sono visti brevi lampi della“vecchia” Vos.


3 – Ai tizi che fan pagelle sul Giro donne; dimenticano sempre qualche protagonista ben meritevole di nomina. Che si levassero dal c****!