lunedì 23 ottobre 2023

Pochi mezzi, molti problemi ma idee ben chiare




Si è conclusa da alcuni giorni la ''Vuelta Internacional a Costa Rica'', gara a tappe imperniata su 4 giornate di corsa riservata alla categoria donne elitè, la vittoria è andata a Lilibet Chacòn (per lei anche un esperienza europea tra le fila della ''Michela Fanini - GeoTech''), ma non è della gara, dell'aspetto ''agonistico'' che vogliamo parlare.


                                                COSÌ NO POR FAVOR



Andiamo dritti al punto: hanno ''fatto'' molto con quel poco (o pochissimo) che avevano ma ci arriviamo più in là, per converso, per quanto riguarda la sicurezza, purtroppo si sono viste le tipiche lacune delle ''domestic races'' che si disputano in Centro America/America Latina, quindi auto piuttosto che autobuses provenienti in senso contrario anche all'ultimo km, persone che attraversavano la strada davanti alle atlete senza crearsi il benché minimo problema (cose viste anche in Italia anyway), dossi rallentatori 30 metri prima della linea d'arrivo... È un problema di ''cultura'' e di educazione certo, ma ha dato da pensare il fatto che nemmeno il circuito finale fosse adeguatamente delimitato da transenne e/o presidiato da un servizio d'ordine degno di questo nome.
È andato tutto bene nel senso che nessuna atleta si è fatta male a causa di queste gravi lacune organizzative, ma affidarsi sempre alla buona sorte anche no, il ciclismo è uno sport pericoloso già di suo,le ragazze non hanno bisogno degli ''extra'', chi viene qui a picchiare i pugnetti dicendo che ''va bene così, si è visto di peggio'' CIT. , va a fare un giro senza passare dal via. Sia ben chiaro.


                     IL LATO POSITIVO, LE DOLENTI NOTE, UN                                                    CONFRONTO A DIR POCO IMBARAZZANTE.


Tante lacune organizzative ma anche cose positive: 4 tappe, molte partecipanti con mezzi all'ultimo grido, squadre che si sono mosse da ''squadre'' a dimostrazione di un movimento in crescita e poi i media, la comunicazione... Parliamone, tanto non lo facciamo mai e poi dite la verità: non aspettavate altro che ''la solita ramanzina serale'' cit. ai media italiani no ?

''Crciclismo'' VS Media tricoloriti è finita cinque a zero: dirette Facebook e YouTube anche di 5 ore, 3 telecronisti, approfondimenti post tappa, Marisol Toro Valencia (giornalista) ha il suo spazio ''Noches de ciclismo feminineno'' su YouTube dove intervista le atlete e parla dei problemi del ciclismo femminile in America Latina senza il timore di dover scontentare nessuno. basta questo per chiudere la partita, in italia siamo ancora alle fotine.


  IO FAREI VOLENTIERI A MENO DI RIPETERE SEMPRE LE STESSE COSE...



Lo so lo so, dice ''eh ma quelli di ''Crciclismo'' fanno poche visuals''... Quindi ??? Meglio provare a far qualcosa, o proseguire su una strada che da 15 anni a questa parte non ha portato da nessuna parte ? Dice ''eh ma c'è GCN''... Certo, prendi lo ''sportivo'' italiano medio inteso come l'appassionato che guarda lo sport in tv e chiedigli se sa cos'è GCN, perchè io so che c'è chi dice ''eh ma c'è GCN ''... 

La pay tv può andar bene nel momento in cui ti sei costruito delle fondamenta e un seguito consolidato ma qui (in Europa) da questo punto di vista non c'è NIEN-TE. E frega zero delle foto sul sito di nicchia, forse giusto alle esordienti/allieve possono interessare, ma più si sale e più le priorità sono ALTRE.

Siamo così sicuri che le atlete non abbiano nessuna voglia di parlare, di intervenire su uno spazio ad hoc su YouTube ? Chiediamo perchè quando 15 anni fa (ma anche prima, anche a fine anni 90/inizio anni 2000) dicevamo che internet per promuovere il ciclismo femminile era utilizzato poco e male, c'erano ''tifosi'' e ''media'' che partivano in automatico col sorrisetto di commiserazione contro quel rompicoglioni del Predicatore che qualche idea per la quale non servivano investimenti milionari la proponeva di tanto in tanto...

No, loro, i semidei dei media in rosa volevano solo ed esclusivamente tutti ai loro piedi come una casta capricciosa, nel frattempo il movimento non faceva passi in avanti verso la tanto agognata ''visibilità'' anzi... Btw, mi dicono che qualche squadra l'anno prossimo non sarà ai nastri di partenza...

Per la cronaca e per correttezza, ci sono bloggers e Youtubers (per lo più stranieri) che pur non facendo parte dell'ambiente sanno riempire gli spazi vuoti lasciati dai media ''istituzionali'', che sanno dedicare tempo e spazio per riflessioni che spesso risultano più interessanti dei soliti luoghi comuni di gente che non si è mai voluta evolvere e di tante cronache di gara che paiono scritte con l'IA, tanto il ''copione'' di una corsa ciclistica grosso modo è sempre lo stesso, basta cambiare i nomi delle protagoniste, tanto chi se ne accorge ? Se non ci credete provo a scrivere un articolo con l'IA lol.

Portare le atlete su YouTube ? Farle conoscere anche a coloro i quali scendono in strada a vedere una corsa solo quando il Giro (maschile) arriva a Roma piuttosto che a Milano o Torino pare troppo impegnativo, poi magari si rischia di affrontare certi argomenti ''sgraditi'' all'ambiente e a chi grazie all'ambiente mette il pane in tavola tutti i giorni. Meglio chiudere la porta in faccia a tutti, e continuare a fare clic clic trincerandosi dietro l'ormai celebre ''non si può fare'' per paura che altri (chi ???) possano lavorare in regime di concorrenza (che non c'è, perchè nun ce sta...) e alzare il livello dell'informazione. Se solo si rendessero conto certi ''operatori'' del settore: il bersaglio di questa spocchia, di questa paura che il seguito si possa allargare, sono le atlete grazie alle quali possono fare il mestiere che gli piace... Non ci arrivano.

Le atlete dovrebbero essere trattate come sovrane, magari anche un po' viziate sul fronte ''media'' essendo alla fine l'origine e il motore del movimento e invece niente, perchè la FCI pare essere in altre faccende affaccendata, non esiste una Lega ciclismo professionistico femminile, non esiste una associazione sul modello della ACCPI, i soloni dell'informazione si incazzano se gli spieghi come si potrebbe potenziare il marketing e le pubbliche relazioni, però... Però quando li senti parlare questi media, sopratutto del World Tour e delle corse più importanti, pare sia in corso la vendita dei diritti tv per svariati milioni di euro non si sa bene a chi, pare che il business abbia alle spalle strutture hollywoodiane; sono un po' come gli impiegatini milanesi che in metropolitana parlano di affari e di miliardi. Si ma degli altri. Con il panino con la mortadella e la Gazzetta nella valigetta.


                                                                     E BASTA...                       

Ok ok, per oggi il Predicatore ha quasi terminato, solo un po' di pazienza per dire che GS e professionisti dell'hospitality dicono ''eh ma ormai ci sono i socials, quello che DOBBIAMO comunicare lo comunichiamo li' senza cadere in qui pro quo vari ed eventuali, omissioni, alterazioni ecc'', il tutto stando bene attenti a evitare argomenti ''spinosi'' e domande ''scomode'' che con i miliardi di euro che girano nell'ambiente... Mi pare giusto no ? Peccato che sia esattamente quello che pensa qualsiasi dittatore vivente sul globo terracqueo e se pensate che il parallelismo sia eccessivo beh, non lo è affatto, perchè in Europa (Regno Unito escluso) le atlete devono solo pedalare e obbedire e non hanno nemmeno il diritto di parlare dei problemi del ciclismo femminile, sempre gli stessi problemi. Perchè piaccia o no, nonostante le bici di ultima generazione, il tanto sbandierato World Tour (durerà ? E se si per quanto ?) e le strutture che fanno il verso ai professionisti uomini, nonostante tutto, non è cambiato un cazzo.   



Sempre e comunque W Marisol.


Il Predicatore 

 

 

  


 

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