Anche lei arriva dalla Valcar, la migliore squadra italiana dell’ultimo lustro per talenti sformati e altri in …..“lievitazione” che probabilmente tra un anno saranno contese a destra e a manca. Sei anni fa rischiò di perdere un rene in seguito a una pesante caduta al velodromo di Montichiari. Oggi si trova nel pieno dell’onda perfetta, cioè quando vivi un momento personale dove sembra che le cose possano andare solo bene. Marta Cavalli è una delle italiane che hanno firmato la primavera ciclistica più importante che si ricordi per la bici rosa di casa nostra. La cremonese arriva al Giro con due classiche vinte (Amstel e Freccia Vallone) e come migliore delle nostre un anno fa. Quel che basta per metterla sotto l’obiettivo come atleta considerata outsider per le posizioni importanti della classifica.
Ragazza dalle idee chiare, mai banale nelle sue considerazioni, la ventiquattrenne della formazione transalpina FDJ Futuroscope Nouvelle Aquitaine sembra intenzionata a starsene alla finestra, cercare l’affermazione di giornata e capire come si metterà la corsa cercando di essere presente con le migliori quando le acque inizieranno a farsi agitate. Non nasconde però che il recupero sia una sua qualità, ed in vista delle gare a tappe questa caratteristica rappresenta per lei un punto a favore. Fa parte di quella pattuglia – per nostra fortuna abbastanza numerosa – di cicliste azzurre che probabilmente tireranno avanti il nostro carro ciclistico per questo decennio, come Paternoster e Balsamo. Ora però non usciamo troppo dal seminato. Tutti a Cagliari dunque, dove tra pochi giorni si apriranno le ostilità per l’edizione numero 33 del Giro femminile.
Nessun commento:
Posta un commento