La presentazione web del Giro femminile ha fatto un passo avanti rispetto a un anno addietro, dove il salottino di chiacchiere delle persone allora presenti prese anche troppo spazio. Giusto fare un giro di vite quest’anno con gli interventi ‘sportivo-istituzionali’ di Roberto Ruini per PMG Sport e di Cordiano Dagnoni per la Federciclo e poi via di tappe, cosa che l’appassionato vuole in primis. Resta confermata invece quella sensazione di DNA comunicativo dove il pensiero del; “Scusate, si può? Non vorremmo disturbare, ma datosi che passavamo da ‘ste parti...” prende sempre piede.
Abbiamo potuto seguire su Facebook la presentazione in diretta e – senza pretendere 250/300 persone – la ‘punta’ audience di 27 contatti lascia l’amaro in bocca. Il giorno dopo il canale You Tube dedicato ospitava il video con poco più di una ventina di visualizzazioni. Non giriamoci attorno; si tratta di poca roba, pochissima, pensando che parliamo del Giro rosa elite. Certo, si salveranno capra e cavoli con la possibilità per il pubblico di potersi vedere con comodità tutto quanto nelle settimane seguenti. E allora, cosa rompiamo ancora le palle?
Perché scegliere una giornata di metà settimana, con un orario abbastanza balordo di messa in onda come le 11 del mattino? Se costruisci una trasmissione che non supera i 40 minuti di durata (36 a spaccare il capello in quattro) è troppo chiedere di proporlo nel tardo pomeriggio, quando magari le stesse ragazze non sono impegnate in allenamenti, gare, lavoro o studio? Oppure un ‘prima serata’ alle 21 è roba fuori dalla portata tecnologica dell’organizzazione? Che hai, paura di portare via spettatori a Striscia la Notizia?
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