Torna il Tour de France e a dispetto di quanto riportato da alcuni siti web che evidentemente hanno poca memoria storica, non è una novità. Il Tour torna sotto l'egida dell' A.S.O. , la società organizzatrice del Tour maschile e fin qui "tutto molto bello" per dirla alla Bruno Pizzul ma ovviamente c'è un "MA": poche tappe (solo 8, negli anni '80 la corsa durava tre settimane nelle stesse giornate della gara maschile) e partenza da Parigi il 24 Luglio con arrivo a Plan de Belle Filles sui monti Vosgi.
Peccato, davvero peccato, correre nelle stesse giornate della gara riservata ai professionisti uomini avrebbe garantito una vetrina formidabile per tutto il movimento, partire a Tour maschile finito rischia seriamente di ridurre la gara femminile al solito evento per pochi intimi, l'arrivo dell'ultima tappa in cima a una salita sperduta nel nulla non aiuta.
Il ritorno del Tour femminile sotto l'egida dell' A.S.O. ha avuto un impatto positivo sul Girodonne, basti pensare che fino allo scorso anno la presentazione del tracciato del Giro era spesso "last minute" o quasi senza che le atlete avessero la possibilità di pianificare la stagione, emblematica la lamentela della Van Vleuten in tal senso. Quest'anno il percorso verrà svelato il 10 Marzo e sul sito ufficiale giroditaliadonne.it è apparso un countdown; sito ufficiale con una grafica e una impaginazione all'altezza della situazione a differenza di quelli di alcune squadre che dopo anni di attività hanno deciso di abbandonare.
Mancano gli sponsors è vero, i soldi sono pochini si sa, finalmente ci sono regole chiare per coloro i quali vogliano allestire delle formazioni "World Tour" ma è altrettanto vero che la colpa spesso è di quei team managers che non sono stati capaci di adeguarsi al cambiamento. Una volta bastava aprire il sito a Marzo in concomitanza con la prima gara del calendario elitè, mettere le foto delle atlete, i loghi degli sponsors, un indirizzo mail, un numero di telefono e lo staff e qualche notizia per poi chiudere bottega a fine Settembre/inizio Ottobre. Nell'era dei socials non è più possibile, bisogna esserci e bisogna esserci "bene", per rispetto nei confronti dei tifosi, per gli sponsors, per attrarne di nuovi, possibilmente con una veste grafica e una impaginazione al passo coi tempi, certi siti online fino a 3-4 anni fa rimasti al 2001 gridavano vendetta.
Il ciclismo non è il basket NBA o la F1 che nonostante tutto hanno gli sponsors che fanno a gara per avere i propri marchi a bordocampo o sulle vetture, per avere visibilità serve visibilità, può sembrare un un po' contorto come discorso ma tant'è, se non ti fai vedere, nessuno sa che esisti. Si spera che il ritorno del Tour femminile possa essere un boost per tutto l'ambiente e un monito: adesso si fa sul serio.
Nessun commento:
Posta un commento