Si è chiusa l’edizione 2022 del Giro di Toscana femminile, Trofeo Michela Fanini. L’evento (foto; pagina Facebook della corsa) va in archivio con segnali di ottimismo per quanto riguarda il suo domani, grazie a quella ch’è stata una robusta partecipazione in termini di numero di squadre partecipanti, com’anche per una lista partenti di assoluto rispetto. Patron Brunello Fanini ha non pochi meriti al riguardo, ma questa non è una novità. Altri avrebbero mollato, lui non lo ha fatto e per questo gli vanno fatti i complimenti.
Quello che risulta ulteriormente importante è che all’orizzonte si palesa la concreta possibilità di incrementare la corsa con un’altra giornata di gara, riavvicinando l’evento al vecchio formato che riempiva praticamente una settimana. Da diverse edizioni il Giro di Toscana soffriva dei riflessi negativi che dalla metà del decennio scorso si erano palesati economicamente anche nel settore degli eventi sportivi. Le bastonate del Covid che ci sono arrivate in testa, ci hanno fatto dimenticare che nel periodo 2010-2013 l’economia generale aveva ricevuto mazzate pesanti, che le industrie pagarono per un intero lustro e di riflesso tutti gli eventi che vivevano di sponsorizzazioni.
La ripresa economica fu lenta in generale. L’appuntamento ciclistico toscano dalla metà del decennio passato ne soffrì, venendo per forza ridimensionato fino a dimezzarsi come giornate di gara. È un vecchio discorso che ogni tanto torna tra i nostri articoli. Altro che poesia e belle frasi. Anche in quel caso servivano investimenti economici e per alcuni anni questi non c’erano più come in precedenza.
Ora la situazione generale va verso lo stesso baratro, non raccontiamocela seminando ottimismo ad ogni costo. Serve realismo e il calendario infarcito di eventi “open” da qualche anno non è figlio del caso, ma di una visione organizzativa che si è manifestata nelle teste dei dirigenti delle squadre che corrono in ambito nazionale e che hanno capito che al momento: “….del doman non v’è certezza.” (Lorenzo ‘de Medici 1490)