Il lavoro di Antonella Stelitano “Donne in bicicletta” (Ediciclo Editore) è una boccata di ossigeno dal punto di vista della promozione che guarda al ciclismo rosa di casa nostra. Storicamente ben approfondito, riporta testimonianze di protagoniste del passato, com’anche racconti riguardanti gare di cui forse nemmeno gli appassionati sapevano l’esistenza. Come chi scrive. Si, perché qui la specialità sportiva del “Salto sul carro del vincitore” non è mai stata praticata.
Si tratta di un testo interessantissimo anche perché non riporta soltanto i pregi, ma anche alcuni difetti riguardanti l’altra metà del sellino ed il suo mondo agonistico. Un dietro le quinte mai troppo raccontato ieri come oggi, solitamente per quieto vivere o per mera convenienza personale. Tra le curiosità negative che sono riportate con attenta dovizia dall’autrice troviamo anche i pensieri di pluri-acclamati vecchi campioni del nostro ciclismo, giornalisti sportivi affermati oggi scomparsi, com’anche testate specialistiche molto note, che non vedevano con il massimo entusiasmo la figura della ciclista. Un lavoro forse dedicato più alle donne che in passato hanno aperto la strada per questo settore sportivo, ricevendo ben poco rispetto a quello che hanno dato e che ancora ben poco ricevono.
Una cosa infatti che ogni tanto riemerge tra le righe, nonostante il passare dei decenni e dei capitoli, riguarda la differenza economica che ancor oggi vive tra uomini e donne. Un lavoro editoriale prezioso, consigliato per le giovanissime cicliste d’oggi che possono trovare, tra queste pagine ciclistiche, anche il racconto di un’Italia che aveva, verso la donna che saliva in sella per sport, un’idea trogloditica e ignorante, spesso trattandola con (consapevole?) sufficienza e penosa stupidità.